Dee e segni zodiacali

Archetipi femminili delle Dee e segni zodiacali: un viaggio tra mito e iconografia

L’astrologia e la mitologia si intrecciano da millenni, tessendo storie ricche di dee e muse che riflettono le varie sfaccettature degli archetipi femminili.

Ogni segno zodiacale possiede tratti unici che possono essere accostati a queste figure mitiche, offrendo una visione più profonda e arricchita della complessità umana e dei simbolismi applicabili all’identità visiva.


In questo articolo, redatto in collaborazione con l’astrologa Datta Simona Kaur, un’autorità nell’astrologia evolutiva con oltre trent’anni di esperienza nell’interpretare gli eventi della vita in chiave di crescita personale, esploreremo come i segni zodiacali si manifestano attraverso gli archetipi femminili.



Questa esplorazione ci guiderà offrendoti un prezioso simbolismo che potrà aiutarti ad abbracciare la tua Dea interiore per integrarla nella vita o nell’identità visiva personale, trasformandola in un talismano potente e carico di significato.

Atena / Minerva – Ariete

Atena, conosciuta anche come Minerva nella mitologia romana, è la dea della saggezza, della strategia e della guerra giusta, contrapposta ad Ares, che rappresenta il lato più violento e brutale della guerra. Atena è una delle figure più rispettate del pantheon greco-romano: difende e consiglia gli eroi, istruisce le donne industriose, orienta i giudici dei tribunali, ispira gli artigiani e protegge i fanciulli. Tuttavia, quando è in collera, può diventare spietata.

Incarna lo spirito audace e guerriero dell’Ariete, segno zodiacale che simboleggia la forza e il coraggio nel perseguire i propri obiettivi. L’Ariete è caratterizzato da leadership, strategia e coraggio, tratti che rispecchiano la natura di Atena nei miti. Inoltre, l’Ariete è associato alla testa, e Atena nel mito nacque completamente formata dalla testa di Zeus, simboleggiando l’intelletto e la saggezza (in realtà Atena era nata per partenogenesi da Meti,  dea della saggezza, dopodiché Zeus inghiottì Meti). Inoltre, secondo la tradizione Pelasgica, Atena sarebbe nata presso il lago Tritonide, in Libia, dove fu raccolta e nutrita da tre ninfe della regione che vestivano di pelle di capra. (Fonte: ilmatriarcato/blogspot).

Per l’Ariete, Atena rappresenta un simbolo per abbracciare la propria forza femminile. Le donne Ariete, infatti sono note per il loro coraggio e la loro forza di volontà, proprio come Atena. Atena, come archetipo per il segno dell’Ariete, rappresenta un’opportunità unica di apprendimento e crescita: la saggezza, la strategia e la razionalità sono qualità che possono essere di grande beneficio per l’impulsivo Ariete. Atena insegna all’Ariete a canalizzare la propria energia ardente in modo costruttivo anziché distruttivo. Attraverso il suo esempio, l’Ariete impara a valutare le situazioni con calma e riflessione, piuttosto che agire impulsivamente. Imparando dalla saggezza di Atena, l’Ariete può trasformare la sua intelligenza veloce in strategie efficaci e azioni mirate, che portano a risultati positivi e duraturi. In questo modo, Atena guida l’Ariete lungo il cammino della crescita personale e professionale, fornendo gli strumenti necessari per affrontare le sfide con determinazione e successo.

L’iconografia la rappresenta spesso con elmo, scudo e lancia, pronta a guidare in battaglia circondata dai suoi simboli sacri: la civetta, l’elmo, la lancia, lo scudo e l’Egida, un mantello indistruttibile fatto con la pelle della capra Amaltea, che nutrì Zeus. L’ulivo è il suo albero sacro, creato come dono agli ateniesi, per divenire la loro divinità protettrice.

In termini di identità visiva, l’opera “Pallade Atena” di Gustav Klimt, con i suoi toni d’oro e contrasti scuri, cattura la potenza e l’androginità della Dea, fornendo ispirazione per simboli e motivi visivi legati a Atena e all’Ariete. Il dipinto ritrae Atena con un’armatura dorata sfumata di azzurro e viola. Lo sfondo scuro e brunito contrasta con il color carne del volto di Atena, la cui figura sembra scrutare oltre l’orizzonte, riflettendo la sua natura divina e la sua saggezza.

Per onorare il legame con la Dea Atena diamo priorità alle nostre passioni e incrementiamo la nostra autostima: abbracciamo la nostra individualità. Mettiamo le nostre passioni, la nostra missione e il nostro valore come priorità.

Iside / Hator – Toro

Hator è una Dea cosmica chiamata anche “Vacca d’oro”. Dea feconda, bellissima, viveva tra gli alberi e veniva rappresentata con orecchie bovine e la testa sormontata da due corna di vacca e alcuni dei suoi attributi più comuni erano il sistro, la corona, il vaso pieno di latte, lo specchio. Poteva assumere le sembianze più diverse, come leonessa, serpente, pianta di papiro o sicomoro. Nell’iconografia la Dea veniva rappresentata come umana con due corna bovine che sostengono il disco solare ed era “la Grande Mucca che creò il mondo e il sole” infatti è Moglie, figlia e occhio del Dio Ra, madre e moglie del faraone, Dea delle terre straniere e dei loro prodotti come la pietra turchese, Dea dell’aldilà, della gioia, della musica e della felicità.

Iside nel nuovo regno fu assimilata e collegata strettamente ad Hator di cui assunse i segni caratteristici delle corna di vacca e del disco solare. È protettrice delle donne e incarna la sensualità femminile. Moglie, sorella di Osiride e Madre del Dio Horus.

Osservando la Dea Iside attraverso l’ottica del segno zodiacale del Toro, emergono connessioni intriganti che si intrecciano tra la natura sensuale e la forza interiore. Iside, nell’antico Egitto, era considerata una Dea della fertilità, della maternità, ma anche della saggezza e della magia. Questi attributi resonano con i tratti tipici del Toro, un segno noto per la sua stabilità, determinazione e sensualità. Come Dea della fertilità, Iside rappresenta anche il legame con la terra e il ciclo della natura, un aspetto che si riflette nel Toro, un segno terreno che apprezza il comfort materiale e la bellezza della vita.

Per il segno del Toro, Iside potrebbe incarnare la forza tranquilla e la capacità di perseguire con tenacia i propri obiettivi: Iside rappresenta la forza femminile e il potere interiore, qualità che il Toro può integrare profondamente.

Nel contesto dell’arte antica, ci sono diverse opere significative che raffigurano la dea Iside. Una di queste è la “Sacerdotessa di Iside”, una scultura romana conservata nella Galleria Borghese a Roma. Quest’opera rappresenta una figura femminile vestita con una lunga tunica e un mantello, l’himation, avvolto intorno al corpo e trasmette un senso di maestosità e sacralità. Per l’identità visiva, si potrebbero utilizzare forme e linee fluide che richiamino il movimento e la grazia della figura scolpita. Inoltre, gli elementi iconografici distintivi della Dea Iside, possono offrire ulteriori spunti per l’identità visiva. Il fiore di loto, il sistro, la situla… per incarnare un senso di mistero, sacralità e nobiltà.

Calliope – Gemelli

Calliope è un nome greco che significa “bella voce”. Considerata la maggiore delle Muse, era anche dea dell’eloquenza. Con la sua lira e il suo rotolo di pergamena, ispira gli artisti a esplorare nuovi mondi attraverso le parole. Calliope incarna lo spirito comunicativo e intellettuale dei Gemelli.
Il segno e dei Gemelli infatti è uno dei segni più comunicativi, noto per la sua versatilità, spirito d’iniziativa e amore per la varietà.

Calliope offre ai Gemelli un’opportunità preziosa di esplorare e potenziare la propria natura comunicativa e intellettuale. Per i Gemelli, questo significa una connessione profonda con la creatività e la capacità di trovare ispirazione in ogni situazione. Calliope può aiutare i Gemelli a sfruttare al massimo il loro potenziale creativo e a esplorare nuovi modi di comunicare e condividere le proprie idee.

Nell’iconografia rinascimentale, Calliope è stata spesso rappresentata come una donna sofisticata e intellettuale, come nell’opera “Apollo e le Muse” di Baldassare Peruzzi.

 Potremmo quindi adottare uno stile visivo che comunica raffinatezza e classe con colori ricchi e profondi, linee pulite e dettagli ben curati. Oppure utilizzare simboli associati alla conoscenza e alla letteratura, come pergamene, penne o libri aperti. Potremmo anche  incorporare elementi naturali, come fiori e foglie per aggiungere un tocco di freschezza e vitalità alla nostra identità visiva.

Selene – Cancro

Divinità greca, Selene è la personificazione della Luna: guida il carro lunare attraverso il cielo notturno, porta luce nelle tenebre e conforto nei momenti di solitudine.

La Dea Selene è associata al segno del Cancro principalmente per il suo ruolo nella mitologia come personificazione della Luna. Nell’astrologia occidentale infatti, il Cancro è governato dalla Luna, che simboleggia le emozioni, l’intuizione e l’aspetto materno della personalità. Selene, essendo la divinità lunare, rappresenta queste qualità lunari che risuonano con le caratteristiche del segno del Cancro.

Inoltre, il Cancro è noto per la sua natura protettiva e nutriente, qualità che sono spesso attribuite alla Luna nella mitologia greca e romana (la Luna è vista come una presenza rassicurante nel cielo notturno, che offre luce e guida). Questa immagine di conforto e protezione si allinea bene con l’archetipo del Cancro, che è spesso associato alla cura e alla protezione dei propri cari (Selene è la personificazione della Luna piena, Artemide della Luna crescente e Ecate della Luna calante).

Per il Cancro, un segno altamente sensibile, Selene offre una guida per esplorare e comprendere appieno il proprio mondo emotivo. Questo archetipo può aiutare i nativi del Cancro a connettersi in modo più profondo con le proprie emozioni, a fidarsi del proprio istinto e ad accogliere la loro sensibilità come una risorsa preziosa anziché come un limite. Selene incoraggia i Cancro a seguire il flusso delle loro emozioni, a utilizzare la loro sensibilità per comprendere meglio se stessi e gli altri e a coltivare un senso di sicurezza interiore e a offrire nutrimento emotivo non solo agli altri, ma anche a se stessi.

Selene viene generalmente descritta come una bella donna con il viso pallido, che indossa lunghe vesti fluide bianche od argentate e che reca sulla testa una luna crescente ed in mano una torcia (Fonte: romanoimpero.it). Nell’arte è spesso simboleggiata da un disco che rappresenta la luna piena o da una figura divina con il disco lunare sulla testa. Più tardi, influenzata dalle culture orientali, prevale l’immagine della dea con il crescente lunare. Una corona raggiata che circonda la testa è un altro elemento iconografico antico. Selene è immaginata come una figura femminile di straordinaria bellezza, descritta da Ovidio come “l’occhio della notte” e lodata per i suoi capelli che fluiscono come i raggi lunari.

Un’ispirazione di identità visiva potrebbe essere tratta dal dipinto “Selene” di Albert Aublet del 1880. In questa rappresentazione, Selene è raffigurata in tutta la sua leggerezza, con le gambe leggermente accavallate ed i capelli mossi dal vento del mattino che tracciano i confini della luna. Questo dipinto trasmette un senso di grazia e mistero, perfetto per ispirare un’identità visiva che rifletta la bellezza e il potere della dea della luna.

Un appunto in più: la selenite prende il nome da Selene. Ha potenti capacità di pulizia e può eliminare rapidamente energie e aurore. Utilizzare la selenite come elemento visivo nelle grafiche potrebbe evocare l’energia protettiva e purificante associata a Selene, aggiungendo un tocco di magia e misticismo all’identità visiva.

Era Giunone – Leone

Nella mitologia romana, Giunone, moglie e sorella di Giove, nasce dalla coppia di titani Crono e Rea. Nel mito greco, ormai patriarcale, Hera (Giunone) diventa la moglie di Zeus (Giove) ma come Dea primaria, assume il ruolo di Regina e diventa la più importante divinità femminile protettrice dello Stato.

Era, o Giunone, regina degli dei, incarna la dignità e la nobiltà del segno zodiacale del Leone.

Questa figura divina è spesso rappresentata con un’aureola di maestà e autorità, simboleggiando il suo ruolo come sovrana celeste. La sua presenza imponente e la sua determinazione riflettono la forza e il coraggio associati al Leone. La sua energia è possente e regale, trasmettendo un senso di fierezza e autoconsapevolezza tipico del Leone. Era (o Giunone) è anche associata alla fertilità e alla fecondità, simboleggiando la generosità e l’abbondanza della natura.

Nell’interpretazione astrologica, i nati sotto il segno del Leone possono trovare ispirazione nella figura di Era (o Giunone) per coltivare la propria sicurezza, leadership e nobiltà d’animo. Come la Dea stessa, possono aspirare a essere forze guida nella propria vita e nella vita degli altri, mantenendo sempre un senso di dignità e nobiltà interiore.

Nell’arte, Giunone è raffigurata con lo scettro e il pavone, simboli di potere e orgoglio. Nell’arte rinascimentale, è un’icona di autorità e grandezza, governando con fermezza e dignità. Nell’arte classica, appare come una figura imponente e regale, spesso in posa maestosa con il polos, una corona alta e cilindrica.

Un’ispirazione iconografica per l’identità visiva potrebbe essere tratta dal dipinto “Giunone versa doni su Venezia” di Paolo Veronese del 1555, situato nel Palazzo Ducale di Venezia. In questa magnifica opera, Giunone si sporge dal trono di nubi per versare doni su Venezia, simboleggiando la preferenza divina per la città. Accanto a lei, Venezia è raffigurata come una giovane donna bellissima e riccamente vestita, mentre ai suoi piedi giace il leone, simbolo della città. I doni rappresentati nel dipinto, come monete, pietre preziose, corona e scettro, alludono alla prosperità economica e al dominio di Venezia sulle terre e sui mari. Questa rappresentazione offre un’interpretazione iconografica ricca di simbolismo, che potrebbe essere utilizzata per creare un’identità visiva distintiva e maestosa per un’azienda o un marchio ispirato alla figura di Giunone. L’uso vibrante del colore, la luminosità accentuata e una prospettiva nuova sono le caratteristiche principali di questa tela che è impossibile non notare e non amare. 

Demetra Cerere – Vergine

Nella religione e nella mitologia dell’antica Grecia, Demetra (Δημήτηρ) è la dea olimpica del raccolto e dell’agricoltura, presiedendo ai raccolti, ai cereali, al cibo e alla fertilità della terra. Con il suo mazzo di spighe di grano, nutre il mondo e promuove la crescita e la prosperità. Nei secoli che precedettero la colonizzazione greca, il culto della Dea Madre (divinità collegata alla terra e alla produzione di grano) era già esistente e solo a partire dal V sec. a.c., sarebbe stata assimilata alla Demetra greca, diventando una delle maggiori divinità romane (assimilata a Cerere, insieme con la Dea Tellus).

Demetra è associata alla costellazione zodiacale della Vergine, dove gli antichi Greci vedevano la figura della dea. Rappresentata nelle carte celesti come una donna che tiene in mano una spiga, la sua stella principale è Spica, anche come Spiga. Il legame di Demetra con il segno della Vergine è sopravvissuto fino ai giorni nostri: la Vergine è spesso raffigurata come una donna che trasporta il grano, in omaggio a Demetra.

La Dea, con il suo dono della vegetazione e la sua influenza sulla coltivazione dei campi, ha svolto un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo delle civiltà antiche. Nella mentalità pragmatica dei latini, la connessione tra il lavoro della terra e la civilizzazione era evidente: la coltivazione dei campi forniva cibo e sostentamento per le comunità, consentendo loro di prosperare e di elevare la propria società (Fonte: romanoimpero.it). Attraverso il lavoro della terra e il ciclo della vegetazione, la Dea incarnava quindi non solo la fertilità e l’abbondanza, ma anche la sapienza e la gestione prudente delle risorse naturali. La sua presenza e il suo influire sui raccolti rappresentavano la forza motrice di una società ben organizzata e prospera.

Questo concetto di saggezza pratica, gestione efficiente e attenzione ai dettagli richiama fortemente i tratti tipici del segno zodiacale della Vergine. La Vergine è nota per la sua natura laboriosa, analitica e metodica. Come segno di terra, la Vergine apprezza l’importanza del lavoro diligente e dell’ordine nella creazione e nel mantenimento di una vita stabile e soddisfacente.

Inoltre, la Vergine è spesso associata alla cura e alla nutrizione, riflettendo il ruolo della Dea nel garantire la prosperità attraverso la fertilità della terra. Come custodi del benessere e dell’armonia, i nativi della Vergine incarnano l’importanza della cura e dell’attenzione ai dettagli nella creazione di un ambiente prospero e rigoglioso.

Per la Vergine, questo archetipo può insegnare l’importanza di prendersi cura di sé stessi e degli altri in modo amorevole e consapevole. Demetra può guidare la Vergine nel trovare equilibrio tra il desiderio di perfezione e la necessità di accettare se stessi e gli altri con amore e compassione.

Nell’arte rinascimentale, Demetra è stata ritratta come una figura materna e amorevole, evidenziando la sua essenza vitale e materna.

Un’ispirazione iconografica per un’identità visiva potrebbe derivare dal ciclo di affreschi dedicati ai mesi presenti a Palazzo Schifanoia a Ferrara, attribuiti agli artisti della scuola ferrarese di Cosmè Tura. In questi affreschi, Demetra è riscoperta come allegoria dell’estate e del mese di agosto, circondata da spighe di grano e dalla natura che offre i suoi frutti.

Un altro esempio iconografico potrebbe essere la rappresentazione di Cerere, la controparte romana di Demetra, come Dea dei raccolti, come nel dipinto “Cerere dea del raccolto” di Simon Vouet del XVII secolo, conservato al museo Magnin di Digione.

Si potrebbero adottare tonalità calde di verde per rappresentare la vegetazione rigogliosa, toni dorati e ocra per richiamare i campi di grano maturi e colori vivaci per evocare i frutti dell’estate. Le spighe di grano, le ghirlande di fiori e i frutti dell’estate presenti negli affreschi e nei dipinti possono essere utilizzati come motivi ricorrenti nell’identità visiva. Questi elementi possono essere integrati nei loghi, nelle grafiche e nei pattern per aggiungere un tocco di autenticità e connessione con la natura.

Venere Afrodite – Bilancia

Venere, nota anche come Afrodite, è la dea dell’amore e della bellezza, considerata una delle più belle dee dell’Olimpo, la sua nascita dalla schiuma del mare sulle rive di Cipro la rende un’icona di pura bellezza e passione. In realtà, nella figura della dea Afrodite, si possono intravedere divinità femminili più ancestrali e potenti, di origine orientale e pre-patriarcale, come la dea Inanna e Astarte.

Nonostante la sua fama di essere volubile e capricciosa, Afrodite è anche associata alla giustizia divina, poiché tutto è equo in amore e in guerra. Questo aspetto della sua personalità potrebbe sembrare inaspettato, ma contribuisce alla sua profondità come figura mitologica e iconografica. Quindi Afrodite incarna l’armonia e l’equilibrio della Bilancia (governata appunto dalla Venere astrologica)

Afrodite ci incoraggia a esplorare la nostra femminilità con fiducia e saggezza. La Dea porta con sé un’aura di armonia e fascino. Incoraggia la Bilancia a coltivare la bellezza, l’equilibrio e l’armonia nelle sue interazioni e nelle sue creazioni.

Nell’arte classica, Venere è stata spesso rappresentata come una figura sensuale e affascinante. Celebre è il dipinto “La Nascita di Venere” di Sandro Botticelli, che ritrae la dea emergere dalla schiuma del mare su una conchiglia. Questo tema, insieme alla sua connessione con il mare, si riflette nella sua epitetica Anadiomene, che significa “che emerge dal mare”.

Un’ispirazione di identità visiva potrebbe derivare dalla rappresentazione classica di Venere, con particolare enfasi sulla sua bellezza e sensualità. Immagini di conchiglie, onde marine e schiuma del mare potrebbero essere integrate nel design per evocare la sua nascita e la sua connessione con il mare. La resa artistica di queste immagini potrebbe richiamare lo stile rinascimentale, con colori vivaci e dettagli eleganti che catturano l’essenza della dea dell’amore e della bellezza.

Persefone Scorpione

Conosciuta anche come Proserpina nella mitologia romana, Persefone rappresenta la trasformazione e il mistero. Da giovinetta, chiamata Kore, è l’archetipo di fertilità e ricettività, mentre come regina degli Inferi, è la sovrana del mondo sotterraneo. Inoltre incarna la dualità del ciclo della vita e della morte.

Persefone è Regina del Dio oscuro Ade (o Plutone, governatore del segno dello Scorpione). La sua figura è ricca di significato, rappresentando la capacità di superare le prove della vita e di trasformare le circostanze, caratteristiche particolarmente significative per il segno dello Scorpione.

La storia di Persefone riflette il viaggio dell’anima attraverso le profondità oscure e misteriose della vita. Questo viaggio di trasformazione e rinascita è un tema centrale per lo Scorpione, che è noto per la sua capacità di affrontare le sfide più oscure e emergere trasformato e rinforzato.

Inoltre, Persefone incarna il ciclo eterno della vita, della morte e della rinascita. Questa ciclicità riflette la natura stessa dello Scorpione, che è attratto dal mistero e dall’occulto e comprende profondamente la natura transitoria e impermanente dell’esistenza umana.

l’archetipo della Dea Persefone offre agli Scorpioni un potente insegnamento sulla gestione delle ombre interiori e sulla trasformazione personale. Gli Scorpioni possono imparare ad abbracciare le proprie ombre con coraggio e compassione, utilizzando questa consapevolezza per crescere, evolvere e diventare sovrani del proprio destino. Infatti, nonostante il suo viaggio nel regno degli inferi, Persefone non diventa vittima delle sue ombre, ma invece diventa regina del suo mondo.

Un’ispirazione visiva potrebbe derivare dalle opere d’arte che rappresentano Persefone come una figura bellissima e misteriosa come nel dipinto di Dante Gabriel Rossetti del 1874. Qui, Persefone tiene in mano una melagrana, simbolo del suo legame con il mondo sotterraneo e della sua duplice natura. L’atmosfera oscura e misteriosa della rappresentazione di Rossetti, con la dea che si trova in un oscuro corridoio della reggia, evoca il senso di mistero e trasformazione associato a Persefone e allo Scorpione.

Dettagli come la chioma di capelli scuri, le labbra rosse e il colore degli occhi accentuano la sua bellezza e il suo potere magnetico. L’incensiere e l’edera sullo sfondo aggiungono ulteriori elementi simbolici, rappresentando rispettivamente la natura divina e immortale della dea e il legame con la memoria e il passato.

Artemide – Sagittario

Artemide, figlia di Leto e Zeus, vide la prima luce sull’isola sacra di Delo. Prima del gemello Apollo, ella emerse, eccelsa cacciatrice, vergine tra le dee dell’Olimpo insieme ad Atena ed Estia. Votata alla purezza eterna, come le ninfe, severa era con chi osava sedurla o mancarle di rispetto. Con arco e faretra, simboleggia protezione e indipendenza, spirito libero che nei boschi si avventura. Manifestazione della natura: creatrice, nutriente e trasformatrice, patrona delle Amazzoni, analogamente a loro, valorose guerriere e abili cacciatrici.

Diana per i Romani, dea della caccia, si lega a libertà e avventura, attributi del Sagittario (il cui simbolo è proprio l’arco con la freccia). Simbolo di autonomia, Artemide incarna la lotta per gli ideali, sfidando norme e convenzioni. Libera e autentica, Artemide / Diana è un modello di indipendenza. Wonder Woman, “Diana”, ne è l’esempio.

Artemide ama esplorare la natura selvaggia come il Sagittario ama intraprendere viaggi avventurosi attraverso terre sconosciute. Artemide segue le sue proprie regole e non si piega facilmente alla volontà degli altri. Questa indipendenza e questa ribellione contro le convenzioni sociali risuonano con lo spirito libero e non convenzionale del Sagittario, che ama vivere la vita secondo i propri termini e non essere vincolato da restrizioni o convenzioni. Inoltre, la connessione di Artemide con la natura e gli animali selvatici richiama anche l’amore del Sagittario per la libertà e la vita all’aria aperta. Come segno di fuoco, il Sagittario brama l’avventura e l’eccitazione, e trova ispirazione nel mondo naturale e nella sua vastità infinita.

Artemide quindi, può ispirare il Sagittario a trascorrere più tempo all’aperto, ad esplorare luoghi selvaggi e a riconnettersi con il mondo naturale, a perseguire i propri obiettivi con determinazione e a non temere di seguire il proprio cammino, anche se diverge dalla norma. Inoltre Artemide può aiutare il Sagittario a sviluppare un senso di responsabilità verso gli altri e a comprendere l’importanza di prendersi cura di coloro che sono più vulnerabili.

Nell’arte greca antica, Artemide è spesso raffigurata come una bellissima vergine cacciatrice, agile e grintosa, con arco e faretra, o con una lancia. Accompagnata da animali della foresta come il capriolo, il cervo o un cane da caccia, Artemide si muove agilmente attraverso i boschi, circondata dalle ninfe dei boschi e dalle sue ancelle vergini.

Un’ispirazione visiva può derivare da dipinti come “Diana Cacciatrice” di Orazio Gentileschi, che cattura la bellezza e la forza di Artemide, regina della natura selvaggia. In questo dipinto, Artemide è ritratta mentre si muove tra i boschi, con una presenza forte e maestosa. Le sue caratteristiche distintive, tra cui la sua libertà, la determinazione e la selvaggia natura, emergono attraverso la sua postura e il suo sguardo penetrante.

Altrettanto affascinante è il dipinto di Tiziano che rappresenta l’episodio mitologico di Diana e Callisto. Qui, Tiziano va oltre la semplice descrizione anatomica dei personaggi, creando un’atmosfera carica di emotività. Le luci e le ombre, i colori vibranti e le pennellate corpose contribuiscono a enfatizzare il carattere deciso e potente di Artemide, mentre si staglia tra il fogliame cupo e i drappeggi ricchi.

Anche Diana cacciatrice di Guillaume Seignac (1870-1929) incarna l’eleganza, la forza e la determinazione della dea Diana. Diana è raffigurata come una figura potente e sicura di sé, pronta a cacciare con abilità e determinazione. L’identità visiva potrebbe integrare elementi naturali come alberi, animali selvatici e paesaggi boschivi.

L’identità visiva inoltre, potrebbe includere elementi iconografici tratti dalla mitologia di Diana / Artemide, come l’arco e le frecce, il cerbiatto e la luna crescente.

Artemide, nella sua bellezza e potenza, rimane una delle figure mitologiche più affascinanti e complesse, simboleggiando il coraggio, la libertà e la connessione con la natura propria del Sagittario. Onorare Artemide significa abbracciare l’avventura, difendere la giustizia e connettersi con il mondo naturale che ci circonda.


Ecate –
Capricorno

Ecate, la dea delle arti magiche e dei crocevia, si lega alla determinazione e alla prudenza del Capricorno.

Raffigurata con torce e chiavi, custodisce i passaggi e le soglie, guidando gli individui lungo il cammino della crescita e della realizzazione personale. Nei riti orfici era venerata insieme a Demetra e a Cibele ed è raffigurata trimorfa, con tre corpi diversi, o con tre teste: la giovane, la madre e l’anziana. Ecate era anche la strega e la dea della notte. Il Capricorno è spesso considerato “il Saggio” dello zodiaco e il suo tempo è la mezzanotte.

Questo archetipo può aiutare il Capricorno a comprendere che il successo non è solo una questione di lavoro duro, ma anche di saggezza, flessibilità e capacità di adattamento. Questo archetipo può aiutare il Capricorno a trovare la propria autenticità e a integrare pienamente tutte le sfaccettature della propria personalità nella sua ricerca di realizzazione personale e professionale.

Un’interpretazione visiva suggestiva si trova nell’opera di William Blake, datata 1795 e conservata alla Tate Gallery di Londra. Qui, Ecate è raffigurata come un essere demoniaco, con due visi nascosti allo spettatore e uno visibile di profilo, immerso in un mondo notturno e oscuro. La sua mano poggia su un libro aperto, mentre figure inquietanti come gufi e serpenti si stagliano accanto a lei. I colori densi e scuri suggeriscono un’atmosfera misteriosa, tipica della magia e del mistero associati a Ecate.

Un’altra fonte di ispirazione visiva può essere trovata nelle illustrazioni di Stéphane Mallarmé in “Les Dieux Antiques: Nouvelle Mythologie Illustrée” del 1880. Queste rappresentazioni offrono una nuova interpretazione della mitologia antica, trasportando lo spettatore in un mondo di divinità e misteri, in cui Ecate emerge come una figura potente e enigmatica.

Tersicore – Acquario

 Tersicore è una delle nove muse della mitologia greca, protettrice della danza e del canto corale. È l’incarnazione della grazia e dell’armonia e evoca la gioia e l’eleganza del movimento. Solitamente viene raffigurata con abiti simili a quelli degli aedi e coronata con foglie di alloro, intenta a trarre accordi con le dita affusolate nel suo strumento.

La connessione tra Tersicore e l’Acquario può essere vista nella loro comune celebrazione dell’espressione collettiva e dell’innovazione. Entrambi simboleggiano l’espressione artistica e la celebrazione dell’individualità.

Tersicore simboleggia l’armonia tra l’individualità e la partecipazione al gruppo e porta con sé un senso di comunità e di connessione con il collettivo. Per l’Acquario, che è naturalmente orientato verso il benessere dell’umanità nel suo insieme ma spesso si concentra sulla propria libertà e indipendenza, questo archetipo offre un insegnamento importante sull’importanza di trovare un equilibrio tra il proprio sé unico e il coinvolgimento nella comunità. Tersicore può aiutare l’Acquario a utilizzare la propria voce e le proprie abilità per il beneficio del gruppo, incoraggiandolo a lavorare per il progresso e il miglioramento della società. Inoltre Tersicore può aiutare l’Acquario a comprendere che la sua voce e le sue azioni possono avere un impatto significativo sul collettivo, senza compromettere la propria autenticità.

Un esempio significativo è la raffinata Tersicore scolpita da Antonio Canova nel 1811, una delle sue opere più celebrate. Tersicore, vestita con gli abiti tipici degli aedi, regge una lira nella mano sinistra e si appoggia a un sostegno architettonico. Il volto, voltato di profilo verso destra, trasmette un senso di grazia e movimento, mentre il panneggio delle vesti accentua la sua eleganza.

Un’altra rappresentazione iconica è l’olio su tela di Jean-Marc Nattier del 1739, che ritrae Tersicore come Musa della musica e della danza. In questa interpretazione, la musa è dipinta con una bellezza eterea e una presenza magnetica, emanando un’aura di creatività e ispirazione.


Salacia –
Pesci

Nell’antica mitologia romana, Salacia (pronunciato /səˈleɪʃə/ sə-LAY-shə, latino: [saˈlaːkia]) emerge come la divinità femminile del mare, venerata come dea dell’acqua salata che regna sulle profondità dell’oceano. Era sposata con Nettuno, il dio del mare, come suggerito da Varrone e confermato da Seneca, Agostino e Servio, identificandosi con la dea greca Anfitrite, compagna di Poseidone.

Con la sua chioma di alghe e il tridente, Salacia protegge i marinai e nutre l’anima con la sua profondità emotiva.

Salacia, la Dea del Mare e consorte di Nettuno (pianeta governatore dei Pesci), rappresenta la sensibilità e l’intuizione del segno dei Pesci. Spesso associata all’acqua e ai suoi misteri, è simbolo di profondità emotiva e connessione spirituale.

Salacia può aiutare i Pesci a fidarsi della propria guida interiore e a connettersi con le loro emozioni più profonde, ad accoglierle senza giudizio e ad utilizzarle come fonte di ispirazione e di crescita interiore. Salacia può aiutare i Pesci a connettersi con il loro senso di spiritualità interiore e a trovare pace e ispirazione nelle dimensioni più profonde dell’esistenza.

Nell’arte, Salacia è raffigurata come una bellissima ninfa, coronata di alghe, seduta su un trono accanto a Nettuno o viaggiante con lui su un carro di conchiglie trainato da delfini, cavallucci marini (ippocampi) o altre creature marine, assistita da Tritoni e Nereidi. È vestita con abiti regali e ornamenti di reti tra i capelli.

Salacia personifica l’aspetto calmo e soleggiato del mare, come suggerisce il suo nome derivato dal latino “sāl”, che significa “sale”, indicando il vasto e aperto mare. Il suo ruolo è stato rappresentato in varie opere d’arte, come il dipinto “La Pesca del Corallo o Il Regno di Anfitrite” di Jacopo Zucchi, che mostra una scena di carattere mitologico con Anfitrite, regina del mare, presentando tesori marini recuperati dai fondali, come coralli, conchiglie e perle, invitando il possessore a prendersene cura.

Lisa Terreni
Attraverso l’analisi degli archetipi femminili associati ai segni zodiacali si apre un universo di simboli e significati che arricchiscono la nostra comprensione del mondo e di noi stessi. Che tu sia guidata dalla saggezza di Atena o dalla sensualità di Venere, ricorda che le stelle ci offrono un infinito tesoro di ispirazione e saggezza.

Se desideri un approfondimento astrologico personalizzato, contatta Datta Simona Kaur, esperta di astrologia evolutiva da oltre trent’anni. Attraverso un viaggio di autoesplorazione approfondita, ti accompagnerà nella scoperta dei tuoi punti di forza e nell’interpretazione delle difficoltà come opportunità di crescita personale. Per ulteriori informazioni e per prenotare una consulenza, scrivi a Datta Simona Kaur all’indirizzo dattakaur.s@hotmail.it.

Se invece desideri un’identità visiva ispirata agli archetipi, scrivimi. Sarò lieta di creare un’immagine che rifletta la tua essenza e la tua connessione con l’universo astrologico!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *