Ogni donna ha un aspetto creativo, selvaggio, trasformativo e ognuna di noi ha una storia da raccontare. Voglio, nel mio piccolo, ospitare nel mio spazio Donne meravigliose ed ispiratrici.
Oggi accolgo Paola Toini. Paola si occupa di branding e marketing con consulenze, strategie e formazione. “Mi occupo di pubblicità fatta bene dal 1997. Credo nell’identità come primo elemento differenziante di un brand e di un personal brand, senza identità e personalità è difficile entrare nel cuore e nella mente delle persone; è necessario sapersi distinguere, non per stravaganza ma per personalità e autenticità.”
☽ Qual è stato il tuo percorso lavorativo, la tua storia?
Ho iniziato nel 1997 in un’agenzia pubblicitaria della mia città per pagarmi gli studi di Scienze Politiche, ma ben presto ho scoperto che ai libri preferisco l’esperienza sul campo e da lì ho iniziato a studiare la comunicazione, la pubblicità, la grafica e i software con tutto un altro approccio. Esperienziale e teorico nel medesimo momento. Mi sono occupata di grafica, loghi, scontorni e tutto ciò che ruota intorno alla promozione di un’azienda. Nel 2012 ho avuto una seconda gravidanza, sono nati i miei gemelli, e ho compreso subito che la vita da dipendente di agenzia sarebbe stata improponibile per me e la mia gestione familiare. Quindi, dopo un paio di anni di tentennamenti, nel 2014 ho aperto partita iva. Da quel momento mi sono data il permesso di scegliere con quali clienti lavorare e come. L’esperienza in agenzia mi ha formata tanto anche da questo punto di vista.
Oggi mi occupo di portare fuori ciò che sta dentro ad un brand, ovvero la sua identità, attraverso lo studio dell’immagine coordinata, la comunicazione on e off-line, le campagne pubblicitarie e molto molto altro. Sono principalmente una strategist e project manager. Da brava bergamasca, dopo tanti anni di gavetta sono diventata una piccola capo cantiere che dirige i suoi collaboratori per mantenere il focus sull’obiettivo del cliente.
☽ Un pensiero sulla creatività e sul come la coltivi.
La creatività per me corrisponde alla capacità di sfornare idee ogni secondo, per me è naturale, come la fertilità. Per questa ragione ha bisogno di essere governata più che coltivata o stimolata. La nutro, questo sì, attraverso l’osservazione continua di tutto ciò che vedo, sento e percepisco. Confesso che le idee migliori sono sempre venute in momenti poco “creativi”.
☽ Cos’è per te “la magia”?
La magia è una bomba di idea nata mentre cucino il risotto alla milanese oppure mentre porto Billie (il mio pastore australiano) a 3000 metri in montagna. Se è magia è improvvisa!
☽ Hai libri o risorse di ispirazione da consigliarci?
Uh, qui sono in difficoltà seria perché guardarsi intorno con gli occhi dell’osservatore è la maniera migliore per ispirarsi, per me. Posso dirti i libri di Fiona Humberstone, ma sarebbe la stessa risposta che ti darebbe Google probabilmente. E io confido di essere tutto fuorché un motore di ricerca ahahah! Osservare, aprire gli occhi ad ogni passo e sentire cosa succede. Questo è il mio consiglio.
☽ Come ci siamo conosciute? Com’è stato collaborare?
Ci siamo conosciute perché Paola Nosari ha fatto un bellissimo lavoro con te sulla sua identità visiva e io stavo coordinando il suo rebranding, mi è piaciuto il tuo modo di lavorare e quindi ho deciso di inserirti nel team.
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☽ Nel tuo profilo mostri spesso la tua quotidianità e sei sempre fonte di ispirazione! So che sei anche mamma di tre ragazzi! Come riesci a fare tutto? Qual è la tua giornata tipo?
Mostro quel che voglio mostrare eh eh! Le fatiche e le paranoie secondo me devono stare da un’altra parte. Specialmente dopo due anni di Covid, sono ancora più convinta del fatto che condividere le mie fatiche quotidiane non servirebbe a nulla, se non a creare empatia con altre frustrazioni, non fa per me. Faccio quello che decido di fare, anche a costo di non stare nei tempi, e stop. Cerco di essere consapevole delle mie scelte. Se in alcuni periodi dell’anno crollo a letto alle 22 è perché scelgo di svegliarmi alle 05,15 e di fare molto altro. In altri momenti invece la prendo comodissima e va bene così. La mia giornata tipo inizia all’alba con un momento per me, poi accendo il pc e inizio a fare le prime cose, quelle più di pensiero, dopodiché preparo la colazione per i ragazzi (il primo esce alle 7 e gli altri due intorno alle 8), corsetta con Billie e poi si riprende il lavoro fino alla classica pausa pranzo. Gli orari sono quelli di tutte le professioniste che hanno una famiglia da gestire, quindi nel pomeriggio ci sono le attività sportive e rimane qualche mezzora per altro lavoro. Cena, tisana, nanna.
☽ Qual è una cosa che, da imprenditrice, fai continuamente e che suggeriresti a chi ci sta leggendo?
Stupirmi. Osservare. Allontanarmi da tutto per poi tornare. Suggerisco anche di essere persone concrete, senza credere ai vari “se vuoi puoi” o “parti prima di essere pronto” perché sono motti pieni di aria fritta. Stancarsi, stupirsi, sporcarsi le mani, vedere dove sono i buchi da colmare e dove invece siamo già a buon punto. Ultimo suggerimento, sincero, lavorare per obiettivi ed essere disposti anche a dire “adesso l’obiettivo è non avere un obiettivo” perché tutto serve per arrivare al prossimo step.
☽ Sei nel campo da diversi anni. Come sta cambiando il mondo della comunicazione? E cosa si può fare per tenersi sempre aggiornati senza snaturarsi?
Mi ripeto mannaggia 🙂 Secondo me puntare sulla personalità e sull’identità è una buona maniera per evitare di essere fagocitati. Le strategie migliori, oggi, sono quelle multicanale ma questo non significa scendere a compromessi e spingersi oltre ai propri limiti, significa stare nel flusso prendendo il buono da tutto ciò che ci viene messo a disposizione. Abbiamo il web, i social, i sistemi di messaggistica, il networking, che è importantissimo, e infine il vecchio e caro passaparola. Che rimane, e rimarrà, la forma più economica e vantaggiosa di promozione dei nostri prodotti/servizi.
☽ C’è un messaggio / consiglio / ispirazione che vorresti dare alle donne che ci stanno leggendo?
Ho paura di averne già dati troppi… mi piace pensare che in questi tempi ci sia consapevolezza, rischi calcolati, pochi voli pindarici insensati e molta concretezza di progetto. Ho visto professioniste, che in azienda erano il top, decidere di lasciare e fare tonfi sonori solo perché non avevano calcolato i rischi. Fare impresa oggi, seppur nel piccolo o piccolissimo, significa puntare sulla identità, sulla comunicazione e sul calcolo dei rischi. Gli slogan motivazionali lasciamoli a chi alimenta eserciti di wannabe.
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