Ogni donna ha un aspetto creativo, selvaggio, trasformativo e ognuna di noi ha una storia da raccontare. Voglio, nel mio piccolo, ospitare nel mio spazio Donne meravigliose ed ispiratrici.
Oggi accolgo Marianna, l’artigiana dietro il marchio I sew so I don’t kill people!
“I sew so I don’t kill people è ruvido e stropicciato, nostalgico e evocativo, legato al ritmo della Natura, all’alternarsi delle stagioni e strizza un occhio al mondo magico ed esoterico e alla mitologia greca, costellata di dee e eroine ognuna con una storia da raccontare. Chi sceglie una creazione I sew so I don’t kill people, sceglie luci e ombre e un pizzico di sfrontatezza quanto basta, accompagnato allo stesso tempo da cura per l’ambiente e attenzione ai dettagli.”
☽ Marianna, come è nato il tuo brand?
Sono approdata nel mondo dell’artigianato per puro caso. Era il 2015, facevo la venditrice per una famosa catena sportiva e non mi piaceva, sentivo che mi stavo perdendo, non avevo più interessi al di fuori di quelle corsie. Pochi giorni dopo il mio compleanno sono uscita di casa e sono andata a comprarmi una macchina da cucire. Io fino a quel momento non sapevo nemmeno rammendare un calzino! E’ bastato un tutorial su YouTube per realizzare una pochette e da lì è partita una catena di eventi, situazioni e emozioni che mi hanno portato a licenziarmi e intraprendere la strada dell’artigianato. Quando ho iniziato, era tutto un fiorire di hashtag #handmadewithlove e non mi sentivo rappresentata. Il nome del mio brand e il Manifesto che ne è poi seguito, venivano da posti un po’ meno “sole, cuore, amore” e un po’ più nascosti, fatti di luci e ombre e parecchio sarcasmo, ironia e black humor. Da allora, tanti sali e scendi e oggi mi potete trovare online sul mio sito www.isewsoidontkillpeople.com, sui social Instagram e Facebook @isewsoidontkillpeople e da settembre dello scorso anno, anche fisicamente, nella mia piccola bottega/laboratorio di Via Mazzini, 38 a Foligno (PG).
☽ Da dove trai l’ispirazione per i tuoi prodotti? Quali sono le tue fonti di ispirazione e di studio?
Dai posti più disparati ma riassumendo e senza troppa retorica, direi dalla vita di tutti i giorni: in fila al supermercato, dopo aver visto una serie TV o letto un libro. Per dirti, se prendo la bicicletta e mi ritrovo una coccinella attaccata all’impermeabile, la sera torno a casa e penso a una stampa che riguardi il mondo degli insetti. Il mio studio funziona più o meno così.☽ Cosa vuoi comunicare con i tuoi prodotti?
Cerco di renderli esteticamente belli e lavorati e nella pratica funzionali, ma mi preme sempre che una volta fuori dalle mie mani, vengano caratterizzati dalle persone che li utilizzano. In quanto oggetto artigianale, è impossibile per me estraniarmi completamente nel ciclo produttivo: qualcosa di mio, del mio essere o vissuto, finirà sempre per finirci dentro. Ma una volta che dopo un ordine, giungono a destinazione, il mio augurio è che comincino a raccontare anche la storia di altre persone. Cosa ci metteranno dentro? Quanti posti vedranno? Verranno strapazzati? Chi lo sa, d’altronde sono fatti per essere vissuti, per non temere le stagioni (meteo e della vita), per attraversare le tempeste o le giornate di sole. Credo rappresentino una metafora: non c’è niente di male nell’essere scarmigliati e imperfetti.☽ Cosa ti emoziona di più del tuo lavoro?
Credo le potenziali infinite possibilità di riuscita. Posso avere un’idea generale del prodotto finito ma una volta assemblato per intero, rimango sempre stupita perchè magari la ceratura ha modificato completamente il colore base di partenza oppure la stampa ha un effetto diverso su una superficie più ampia. C’è da dire che con questo metodo difficilmente rimango delusa o insoddisfatta perchè rimango aperta alle possibilità senza farmi distrarre dall’aspettativa finale.☽ Quanto è importante, al giorno d’oggi scegliere l’artigianato hand made piuttosto che i prodotti industriali? Sostenere le piccole imprenditrici dalla filiera etica piuttosto che acquistare il fast fashion?
Tanto. A maggior ragione dopo questi due anni folli. C’è una cosa che la produzione industriale non potrà mai soddisfare, neanche col miglior customer care del mondo, ed è il contatto diretto e l’interazione col produttore. E c’è bisogno di tornare al contatto umano, che non è necessariamente fisico, ma riguarda lo scambio, con rispetto, ascolto e riguardo. Ci stiamo risvegliando da un torpore generalizzato, stiamo diventando più consapevoli delle nostre scelte e azioni. Continuare sulla strada del fast fashion non ha proprio più senso e non è più sostenibile in termini di costi umani, etici e ecologici.☽ Cosa significa oggi essere un’artigiana, un’imprenditrice? E cosa diresti ad una giovane che vuole intraprendere la tua stessa carriera?
È una sfida ai limiti del tragicomico. Solo una p.iva può conoscere il brivido di un F24! E il giorno del pagamento dei contributi INPS ti senti a metà tra Di Caprio quando urla “sono il re del mondo” dalla prua del Titanic e la Piccola Fiammiferaia. Ci rido su, in fondo non me lo ha ordinato il medico ma a dire la verità è una cosa che mi fa davvero arrabbiare. L’Italia è la repubblica delle partite iva ma essere artigiani e liberi professionisti in Italia mette davvero a dura prova. Poche leggi e confuse a nostro favore, i bandi e i fondi sono una vera e propria barzelletta, la burocrazia è da far venire i capelli bianchi. Eppure, nonostante tutto, è capace di infondere un senso di empowerment e indipendenza che difficilmente ho sperimentato in altri ambiti. Ora vi aspetterete una frase alla Gandalf “fuggite, sciocchi!” ma il mio consiglio invece è: provateci! Preparatevi un piano, raccogliete quante più informazioni potete, studiate, sperimentate, trovate la vostra voce. C’è sempre tempo per aggiustare il tiro, ma non puntate alla mediocrità, cercate di partire da un buon livello di preparazione. Fate affidamento solo sulle vostre forze e talenti perchè le mode passano, così come i guru o gli influencer del momento. Legare il proprio nome al successo (passeggero) di altri, non è mai una buona mossa. Lasciate sulla porta i paragoni e gli inutili confronti perchè ognuno è sulla propria strada, il proprio percorso. Datevi tempo, non abbiate fretta. Se una di queste o altre cose manca dalla lista, ricominciate da capo. E poi, alla fine, provateci in ogni caso.☽ Raccontaci delle tue TAROSHOPPER!
Era da anni che pensavo a come portare una mia grandissima passione, i Tarocchi (ne sono una grande e appassionata collezionista e studiosa) nella produzione artigianale di I sew so I don’t kill people e grazie all’introduzione di nuove tecniche di stampa finalmente quest’anno a giugno sono nate le Taroshopper (dall’inglese Tarot che gli inglesi pronunciano appunto TARO e Shopper), ovvero delle borse di cotone interamente cucite e serigrafate a mano con immagini ispirate alle 22 carte degli Arcani Maggiori dei Tarocchi e ognuna accompagnata da una serie di parole chiave per descrivere e contestualizzare il significato della carta stessa. Ad ogni carta ho inoltre associato una canzone che in qualche modo ne ricorda il senso e il significato ed è ascoltabile da YouTube tramite la scansione di un QRCODE che viene insieme ad ogni Taroshopper.Scopri la taroshopper dedicata alla carta dei tarocchi della LUNA!
☽ Un pensiero sulla creatività e sul come la coltivi Probabilmente, a livello conscio, non faccio niente. Cerco solo di rimanere connessa con me stessa, con le cose che mi piace fare, senza starci troppo a pensare, tanto la creatività è come il Natale, quando arriva, arriva. In realtà anche quando ti annoi. Se poi non arriva, si continua a lavorare sul materiale che c’è già a disposizione in attesa del guizzo.
☽ Cos’è per te “la magia”? Come coltivi la tua spiritualità nel quotidiano?
Credo siano le connessioni, le corrispondenze e la sincronicità della vita di tutti i giorni. Magia è ricordarmi i sogni e domandarmi quali paure e desideri possano celare a livello inconscio; magia è quando penso a un’amica perchè sto usando il filtro del tè che mi ha regalato e poi ricevere un suo Whatsapp; magia è quando ho in testa una canzone per le Taroshopper e poi la mandano alla radio; magia è quando aspetto le stelle cadenti convinta di non vederne nemmeno mezza e poi rimango a bocca aperta davanti a una palletta rossa infuocata nel cielo; magia è quando pesco una carta dei Tarocchi e improvvisamente ha un senso così chiaro da sembrare un pezzo di puzzle che si incastra perfettamente.☽ Hai libri o risorse di ispirazione (podcast, blog, professioniste da seguire…) da consigliarci?
Questa è una domanda difficile e che un po’ mi imbarazza perchè io non leggo e non ascolto niente che sia direttamente collegato alla mia attività o alla mia professione. Sono un’appassionata di crime, gialli e storie un po’ creepy perciò quando sono a lavoro in bottega ascolto podcast del tipo Camposanto di Giulia Depentor, Nero Come il Sangue di Massimo Picozzi e e Carlo Lucarelli o Polvere di Chiara Lalli e Cecilia Sala. Unica lettura che mi sento di consigliare a livello creativo è “Big Magic” di Elizabeth Gilbert. Ci ho messo anni a decidermi di leggerlo. Non era mai il momento giusto. Tutti ne parlavano benissimo ma quando le cose diventano mainstream, per me diventano respingenti e mollo il colpo. Poi è arrivato il 2020 e quello sì, è stato il momento giusto. Qualcosa ha fatto “click” e mi ha permesso di sbloccare parecchie dinamiche creative.☽ C’è un messaggio/consiglio/ispirazione che vorresti dare alle donne che ci stanno leggendo?
Con i messaggi motivazionali io sono proprio una schiappa! Allora ho pensato di lasciarvi i miei pezzetti preferiti tratti dal libro Oh, the Places You’ll Go! del Dr Seuss che riprendo in mano quando ho bisogno di un incoraggiamento gentile, fermo e pacato.Congratulations! Today is your day. You’re off to Great Places! You’re off and away!
You have brains in your head.
You have feet in your shoes You can steer yourself any direction you choose. You’re on your own. And you know what you know. And YOU are the guy who’ll decide where to go.You’ll get mixed up, of course,
as you already know. You’ll get mixed up with many strange birds as you go. So be sure when you step. Step with care and great tact and remember that Life’s a Great Balancing Act. Just never forget to be dexterous and deft. And never mix up your right foot with your left.And will you succeed?
Yes! You will, indeed! (98 and 3/4 percent guaranteed.)KID,
YOU’LL MOVE MOUNTAINS!